Pesce appartenente alla famiglia degli sparidi (sparus auratus) sul suo nome latino è legata una leggenda ossia la storia di un certo Lucius Auratus che nel lago costiero di Lucrino, nei pressi di Napoli, aveva un allevamento di pesci pregiati; si racconta che fosse soprannominato Auratus per i grandi guadagni che otteneva dalla vendita proprio delle orate e che il pesce fosse stato battezzato proprio con il nomignolo di chi lo commercializzava. Altri, con maggiori probabilità di veritiere interpretazioni, spiegano il nome riferendosi alla macchia dorata che il bel pesce porta sulla fronte. Le dimensioni massime delle orate mediterranee superano i 7 chili mentre esemplari di 3 o 4 chili sono abbastanza comuni. Nel primo periodo di vita l’orata è di sesso maschile mentre poi, superata grosso modo la taglia di 5 etti, passa al sesso femminile. Lo sparide è dotato di una robustissima dentatura a placche con cui riesce a spaccare i gusci di molti bivalvi di cui è ghiotta. Oltre i bivalvi (cannolicchi, fasolari, noci di mare o cardium), essa è attratta dai granchi, da quasi tutti i vermi marini, ma anche da inneschi di impasti al formaggio, da ciuffetti di bigattini, e non ultimo da bocconi di formaggio (tecnica quasi esclusiva per la pesca all’orata nell’arcipelago della Maddalena). Le tecniche di pesca variano dal surf casting sia diurno che notturno, alla pesca dalla spiaggia a mare completamente calmo nella bella stagione, alla pesca a fondo nei porti e dalle scogliere.
Risulta essere insidiabile con bolognese e bigattini o ancora a rock fishing con inneschi voluminosi di verme di Rimini ma anche di bibi. Pesce estremamente combattivo, contrariamente a quanto sarebbe logico, richiede l’uso di ami non troppo
grossi che più facilmente possono sfuggire alla masticazione, ma che siano robusti ed estremamente penetranti. A surf casting, quello a mare mosso, i santuari della pesca alle orate erano individuabili in Corsica ed in Sardegna. Da qualche anno l’orata è massicciamente presente anche sulle spiagge tirreniche durante tutto l’anno con hot spot situati nel savonese, all’isola d’Elba, sulle spiagge intorno all’Argentario, su quelle della Tuscia, ai confini tra Lazio e Toscana, sui litorali campani di Mondragone, in Calabria con baricentro a Vibo Marina. Per la gioia degli adriatici da qualche anno è comparsa anche su quei litorali. Altra zona di grande concentrazione ma in taglia generalmente ridotta è a nord delle foci del Po fino alle spiagge di Iesolo, mentre nei dintorni di Monfalcone la presenza è massiccia e la taglia generalmente buona.
Curiosità finale; lo scorso anno a Solenzara in corsica pescavo dalla scogliera a spinning utilizzando un cucchiaino nichelato. Un’orata di circa 4 etti fu il primo pesce della battuta mai fotografato perché nessuno mi avrebbe creduto.