Il Rifugio Bignami, in Valmalenco, è situato nei pressi dell’Alpe Fellaria, in posizione panoramica sull’omonimo ghiacciaio e sul sottostante lago artificiale di Gera
A Sondrio prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Valmalenco. Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo con sei chilometri di tornanti fino a Campo Moro.
Superiamo la prima diga, e proseguiamo verso la seconda diga, quella di Gera (2000mt). Una sterrata, a volte chiusa da una sbarra, se la sbarra è alzata si può arrivare in auto fino ai piedi della diga dove c’è posto per diverse auto. Altrimenti dobbiamo lasciare l’auto nel grande parcheggio sottostante (m. 1970).
Un camminamento ci porta in cima alla diga (m. 2070). Il rifugio già si vede in alto, sopra il lago e alla sinistra del ghiacciaio.
Possiamo scegliere di attraversare la diga e salire alla sinistra del lago, o di proseguire diritti sull’altro versante. Naturalmente i due percorsi si possono unire ad anello. Primo itinerario: a sinistra del lago.
Percorriamo la diga in fondo troviamo una madonnina. Proseguiamo poi verso destra con un tratto in piano su cemento, protetti da funi metalliche. Ora saliamo ripidamente con alcuni tornanti per poi tornare a scendere abbassandoci di alcuni metri. Continuiamo lungo le pendici orientali del Sasso Moro in leggera salita e con qualche tratto in piano.
Il sentiero è un po’ esposto in quanto verso destra precipita ripidamente verso il lago. Giunti circa a metà lago si supera un tratto in cui il sentiero è stato rinforzato e ci sono delle protezioni a valle. Continuiamo con pendenza un poco più accentuata fin quando arriviamo sotto al rifugio. Infine con due tornanti arriviamo alla nostra meta, il Rifugio Bignami (2401 mt)
Tempo impiegato: ore 1.15
Dislivello: m. 434
Secondo itinerario: a destra del lago. Senza attraversare la diga prendiamo la stradina sulla destra in piano (cartello: giro del lago ore 2.30). Lungo il cammino si trovano i segnavia gialli a triangolo dell’Alta Via della Valmalenco.
Il primo tratto è ben protetto verso il lago con picchetti che reggono funi di acciaio ma qui il percorso è molto ampio e non vi sarebbe comunque pericolo. Dopo aver superato un tunnel, in leggera salita arriviamo ad un bivio ove vari segnavia indicano a sinistra: giro del lago, val Poschiavina, alpe Gembrè, mentre a destra si sale verso il Passo di Campagneda (ore 1.45). Prendiamo a sinistra e con pochi passi in discesa raggiungiamo un ponticello gettato sopra un irruento torrente. Superatolo, il percorso si restringe e diventa un semplice sentiero. Risaliamo l’altro versante giungendo ben presto ad un altro bivio.
Qui prendiamo a destra (scritta Gembrè) e saliamo abbastanza ripidamente alla sinistra del torrente. In cima siamo all’Alpe Poschiavina (m. 2230) dove troviamo un prato e due baite. Una scritta bianca indica l’Alpe Gembrè verso sinistra. Seguendo i soliti segnavia, attraversiamo il prato. Ora una ripida discesa con dei piccoli tornanti ci fa abbassare verso il lago (- m. 78).
In piano passiamo poi sotto un enorme masso sporgente che ricopre il sentiero e si sporge sul lago. Dopo un breve tratto in salita e uno in piano, superiamo un ruscelletto che attraversa il cammino passando sotto alcune pietre. Saliamo abbastanza ripidamente e poi attraversiamo in piano una valletta. Alla nostra destra rumoreggia una cascatella e due rivoli d’acqua attraversano il sentiero. Procediamo in piano fino a passare tra due croci, una di legno e l’altra di ferro, che precedono le baite dell’alpe Gembrè (m. 2224). Qui un cartello indica il Rifugio Bignami a ore 0.40 e l’alpe Poschiavina alle nostre spalle a ore 0.30. Una freccia rossa invece segnala sulla destra il sentierino che sale al passo Confinale ove si trova il Bivacco Anghileri-Rusconi (m. 2654). Proseguiamo in discesa verso la parte terminale del vallone della Val Lanterna, dove diverse cascate scendono dal ghiacciaio e formano dei torrenti che si gettano nel lago. Il primo di questi corsi d’acqua lo superiamo camminando su dei massi che affiorano ma, se l’acqua è tanta, possiamo evitare il guado risalendo un poco verso destra dove è sistemata una passerella di legno. Continuiamo in leggera discesa e superiamo altri due torrenti con altrettante passerelle. Percorriamo ora un tratto quasi in piano, guadiamo un altro rivolo d’acqua e superiamo i due successivi con altre passerelle di legno. Praticamente siamo ancora all’altezza della diga e quindi, nonostante i saliscendi, dobbiamo ancora superare tutto il dislivello. Torniamo a salire tra i massi, con poca pendenza, e raggiungiamo il torrente principale, originato da una bella cascata che vediamo più sopra a destra. Lo superiamo con un ponticello, simile alle precedenti passerelle, ma più lungo e con delle funi protettive ai lati. Ora saliamo tra l’erba e raggiungiamo un grosso masso isolato poi ci abbassiamo un poco per superare un altro corso d’acqua con l’ultima passerella e si sale ripidamente. Solo nell’ultimo tratto la pendenza si affievolisce e, superato un altro ruscello, arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato ore 2.15
Dislivello: dal parcheggio all’alpe Poschiavina m. 260.