In posizione panoramica, all’arrivo della famosa Ferrata Tridentina, il Rifugio Pisciadù può essere punto d’arrivo di un’escursione o un appoggio nei trekking di più giorni.
Il Rifugio Pisciadù può essere raggiunto da diverse vie con differenti difficoltà, qui vi illustro il giro che ho fatto io, partendo dal parcheggio della Ferrata Tridentina su un tornate del versante badiota Passo Gardena (1950 mt). Parcheggiata l’auto al passo, si imbocca il sentiero 666 A, che sale su sentiero pianeggiante e ghiaioso tra mughi si raggiungo il sentiero 29 che porta all’attacco della Ferrata Tridentina.
Noi da qui, con figlio piccolo, siamo saliti a destra lungo la Val del Setus seguendo il segnavia 666 che sale tra le pareti del Mur del Pisciadù occidentale e il Campanile della Lusea. Quando il vallone si restringe, si sale su terreno roccioso attrezzato con cavi metallici fino a raggiungere il Mesores Pisciadù da cui in breve si arriva al rifugio (2585 mt) in circa 1h 30’ dal passo.
Qui, ai piedi del Sass da Lech e della Cima Pisciadù è incastonato il Lago di Pisciadù e si gode si una straordinaria sul Gruppo del Cir, Sass Ciampac e Sassongher e sulla Val Badia. La discesa l’abbiamo fatta dalla Val di Mesdì, seguendo dapprima il segnavia 676 che dopo un tratto in piano, scende lungo uno stretto tratto roccioso leggermente esposto ed attrezzato con cavi metallici fino ad intercettare il sentiero 651 della Val dei Mesdì che scende il pendio detritico a zig zag.
Per rientrare al passo abbiamo preso il sentiero 29 che procede in falsopiano ai piedi della Tor Colfosco, passa l’attacco della Ferrata Tridentina, costeggia la base della Tor Brunico fino a trovare il segnavia 666 che ci riporta al passo in circa 2 h dal Rifugio Pisciadù.
Tempo di percorrenza: 3h 30’ – 4h
Difficoltà: E – EE
Ferrata Tridentina: il tratto d’avvicinamento è, inizialmente lo stesso percorso per salire dalla Val Setus, ma dopo i primi minuti di cammino si trova a sinistra (segnavia 29 A) un primo tratto di cavo che porta ad una serie di gradini verticali, si traversa a sinistra in avvicinamento ad una gola da risalire con cautela. Arrivati al termine del primo tratto attrezzato si incrocia alla destra il sentiero proveniente da passo Gardena, si prosegue a sinistra sotto la Tor Brunico, fino all’attacco della via (2075 mt). Con una gradinata obliqua si passa sulla targa commemorativa della ferrata, sono presenti alcuni appoggi metallici o i classici gradini metallici che facilitano la progressione. Quando la salita sembra essere terminata, siamo oltre la metà della Tridentina ma manca il tratto finale che è il più impegnativo. Siamo ormai nelle vicinanze del traverso che si raggiunge dopo aver superato il tratto più esposto, al termine del quale c’è la possibilità di lasciare la ferrata proseguendo su un facile sentiero. Al bivio la Tridentina sale in verticale fino a raggiungere una prima serie di gradini metallici, poi una seconda più breve che ci porta ad una strettoia nella roccia. Saliamo ancora e ci si ritrova di fronte il ponte che permette di superare la profonda gola tra la Torre Exner ed il tratto di parete verticale del massiccio che, superato il ponte, rappresenta l’ultimo passaggio attrezzato della via. Un ultimo breve tratto verticale ed eccoci al termine della “Tridentina” a circa 15′ dal rifugio Franco Cavazza al Pisciadù. Il rientro può essere fatto o dalla Val di Setus (segnavia 666) o dalla Val di Mesdì come indicato sopra.
Difficoltà: Ferrata difficile
Tempo di percorrenza: 30’ avvicinamento + 2h 30’ ferrata