Il boccaglio per il nuoto è un oggetto che entra in contatto diretto e prolungato con la bocca, la saliva e spesso con l’acqua di piscina o di mare. Questo lo rende un potenziale veicolo di batteri, funghi e virus, soprattutto se viene usato frequentemente, riposto umido o condiviso con altre persone. Il cloro della piscina aiuta a ridurre la carica microbica nell’acqua, ma non può sostituire una corretta igiene del boccaglio, perché residui di saliva, muco e microparticelle di sporco restano comunque aderenti al silicone o alla plastica.
Una buona routine di pulizia e disinfezione ha tre obiettivi. Il primo è ridurre il rischio di irritazioni, infezioni del cavo orale e piccoli problemi cutanei intorno alle labbra. Il secondo è eliminare odori sgradevoli e sapori di plastica o di stagnato che si sviluppano quando il boccaglio asciuga lentamente in un ambiente chiuso. Il terzo è prolungare la vita dell’accessorio, evitando che il materiale si deteriori precocemente per l’accumulo di residui, calcare e prodotti chimici.
Disinfettare il boccaglio non significa usare prodotti aggressivi a caso, ma combinare una pulizia meccanica accurata con l’impiego ragionato di soluzioni che eliminino i microrganismi rispettando il materiale di cui il boccaglio è costituito. Capire di che cosa è fatto è quindi il passo successivo.
Indice
Conoscere il materiale del boccaglio
La maggior parte dei boccagli da nuoto moderni è costruita in silicone medicale o in materiali termoplastici morbidi, scelti perché sono flessibili, confortevoli e relativamente resistenti ai prodotti chimici. Alcuni modelli economici possono utilizzare PVC morbido o miscele di gomma sintetica. A seconda del materiale cambiano le reazioni a calore, disinfettanti e detergenti.
Il silicone di buona qualità sopporta bene l’acqua calda, molti saponi neutri e anche disinfettanti delicati, ma può opacizzarsi o indurirsi se viene esposto ripetutamente a temperature troppo elevate, a solventi aggressivi o a concentrazioni eccessive di candeggina. Il PVC e le gomme economiche tendono a indurirsi, screpolarsi o rilasciare odori se trattati con prodotti non adatti.
Prima di impostare una routine di disinfezione conviene controllare il foglietto illustrativo o il sito del produttore. Spesso vengono indicate temperature massime di lavaggio, prodotti consigliati e quelli espressamente sconsigliati. In assenza di indicazioni, è prudente considerare il boccaglio come un dispositivo che richiede detergenti delicati, soluzioni disinfettanti ben diluite e soprattutto un risciacquo molto abbondante.
Pulizia quotidiana dopo l’uso
La prima forma di “disinfezione” è una pulizia quotidiana accurata svolta subito dopo l’allenamento. Appena finito di nuotare, è utile risciacquare il boccaglio sotto acqua corrente dolce, eliminando il più possibile cloro, sale e residui visibili. Questo passaggio, svolto ancora in piscina o appena arrivati a casa, riduce notevolmente la quantità di sostanze irritanti che restano a contatto con il materiale.
Una volta a casa, il boccaglio andrebbe lavato con acqua calda e sapone neutro. Un comune detersivo per piatti delicato, usato in piccola quantità, è spesso adatto allo scopo. È importante strofinare con le dita o con un piccolo spazzolino a setole morbide, insistendo sulle zone interne del boccaglio e sulle eventuali valvole, dove i residui tendono a depositarsi. Questo strofinamento meccanico rimuove la maggior parte del biofilm, cioè quel sottile strato di sostanze organiche su cui i microrganismi si moltiplicano con più facilità.
Dopo la detersione, il risciacquo deve essere abbondante, fino a eliminare completamente tracce di sapone. Infine il boccaglio va lasciato ad asciugare all’aria in posizione tale da permettere all’acqua di defluire, per esempio appoggiato in verticale o sospeso, lontano da fonti dirette di calore e al riparo dalla polvere. Riporre il boccaglio chiuso in una custodia mentre è ancora umido favorisce la proliferazione microbica, quindi è meglio lasciarlo asciugare completamente prima di chiudere qualsiasi contenitore.
Disinfezione periodica profonda a casa
Oltre alla pulizia quotidiana, è buona pratica effettuare una disinfezione più approfondita con una frequenza che può variare da una volta alla settimana, se il boccaglio è usato spesso, fino a una volta ogni due o tre settimane in caso di utilizzo sporadico.
Uno dei metodi più diffusi e delicati consiste nell’utilizzare una soluzione di acqua calda e disinfettante a base di composti ossigenati o specifici per protesi dentarie. Le classiche pastiglie per dentiere o apparecchi ortodontici, sciolte secondo le istruzioni del produttore in una bacinella di acqua tiepida, creano un ambiente sfavorevole a molti germi, senza essere particolarmente aggressivo per silicone e plastiche. Immergere il boccaglio in questa soluzione per il tempo suggerito, spesso da pochi minuti fino a mezz’ora, permette di ottenere una buona riduzione della carica batterica.
Un altro approccio prevede l’uso di una soluzione molto diluita di candeggina a base di ipoclorito di sodio. In contesto domestico si può preparare una diluizione blanda, ad esempio mescolando una piccola quantità di candeggina commerciale in un’abbondante bacinella d’acqua, in modo da ottenere una concentrazione simile a quella usata per la disinfezione di superfici non metalliche. L’immersione deve essere limitata nel tempo, perché esposizioni prolungate possono scolorire o irrigidire il materiale. Subito dopo, è fondamentale un risciacquo meticoloso sotto acqua corrente, per eliminare ogni residuo di cloro libero.
In alternativa, esistono disinfettanti pronti all’uso specifici per dispositivi medici o sportivi, spesso a base di clorexidina o altri agenti antimicrobici delicati. Spruzzare uniformemente il prodotto sul boccaglio pulito, lasciarlo agire per il tempo previsto e poi risciacquare è un metodo pratico, soprattutto se non si vuole preparare soluzioni ogni volta.
Qualunque metodo si scelga, la sequenza corretta resta sempre la stessa. Prima si deterge meccanicamente con acqua e sapone, poi si applica il disinfettante, poi si risciacqua molto bene, infine si asciuga completamente. La disinfezione ha senso solo su un oggetto già pulito, altrimenti il disinfettante lavora su uno strato di sporco senza raggiungere i microrganismi più nascosti.
Disinfezione in piscina o in viaggio
Non sempre si ha la possibilità di tornare a casa subito dopo l’allenamento, oppure si viaggia per gare o vacanze. In questi casi è utile avere una strategia minima per gestire il boccaglio fuori casa, rimandando la disinfezione completa a quando si avrà accesso a un lavandino e a detergenti adeguati.
In piscina è spesso disponibile acqua corrente nei lavabi degli spogliatoi. Risciacquare il boccaglio sotto acqua dolce per qualche minuto è già un passo importante per rimuovere il cloro in eccesso e parte dei residui organici. Se si dispone di un piccolo flaconcino ricaricabile di sapone neutro, si può fare una breve detersione sul momento, seguita da un risciacquo attento.
Per la disinfezione rapida in viaggio si possono utilizzare salviette disinfettanti delicate, prive di profumi intensi e pensate per il contatto con mucose o dispositivi orali. Passare con cura la salvietta sulle superfici interne ed esterne del boccaglio, lasciarlo asciugare all’aria e poi riporlo in una custodia traspirante è una soluzione temporanea. Non sostituisce la disinfezione periodica profonda, ma riduce la carica microbica fino al rientro a casa.
È importante evitare l’abitudine di lasciare il boccaglio bagnato dentro sacchetti di plastica chiusi o borse umide per molte ore. Se proprio non c’è alternativa, al rientro è consigliabile procedere subito a un ciclo completo di pulizia e disinfezione, senza rimandare.
Errori da evitare nella disinfezione del boccaglio
Disinfettare non significa “aggredire a tutti i costi”. Alcuni errori possono danneggiare il boccaglio o renderne l’uso poco sicuro. Uno degli sbagli più frequenti è usare acqua bollente o portare il boccaglio a contatto diretto con il vapore di pentole roventi nel tentativo di sterilizzarlo. Molti materiali si deformano già a temperature relativamente basse, perdendo aderenza o cambiando forma, con il rischio che il boccaglio diventi scomodo o non più stabile in bocca.
Un altro errore è ricorrere a disinfettanti concentrati pensati per superfici dure, come sgrassatori clorati, candeggina pura o solventi per uso domestico. Questi prodotti possono lasciare residui irritanti, alterare il sapore del boccaglio e compromettere la struttura del materiale. Anche gli alcol ad alta gradazione, se usati spesso e non risciacquati, possono seccare il silicone rendendolo più fragile.
È inoltre pericoloso mescolare prodotti diversi, ad esempio candeggina e detergenti acidi o ammoniacali, perché queste combinazioni possono liberare gas irritanti o tossici. Se si utilizza la candeggina, va impiegata da sola, ben diluita, e poi completamente risciacquata.
Infine, è un errore sottovalutare l’importanza dell’asciugatura. Un boccaglio ben disinfettato ma riposto ancora bagnato in un ambiente chiuso può comunque sviluppare cattivi odori e diventare terreno per la ricrescita dei microrganismi. L’asciugatura all’aria, in un luogo pulito e aerato, è parte integrante del processo di disinfezione.
Quando sostituire il boccaglio invece di disinfettarlo
Per quanto una buona igiene ne prolunghi la vita, il boccaglio non è un accessorio eterno. Alcuni segnali indicano che è il momento di sostituirlo. Se il materiale appare screpolato, indurito, appiccicoso o presenta microfessure, la sua struttura è compromessa e la disinfezione non può riparare il danno. Queste alterazioni possono rendere il boccaglio scomodo, favorire accumuli di sporco difficili da eliminare e aumentare il rischio di rotture improvvise durante l’uso.
Anche la comparsa di odori persistenti, che non scompaiono neppure dopo una disinfezione approfondita, suggerisce che il materiale ha assorbito sostanze in modo permanente. In questi casi continuare a usare l’accessorio può risultare sgradevole e poco igienico.
Se il boccaglio è stato condiviso con persone che hanno avuto infezioni importanti del cavo orale o respiratorie, e non hai la certezza di averlo disinfettato in modo adeguato subito dopo, può essere prudente sostituirlo, soprattutto se il suo costo è relativamente basso rispetto al valore complessivo dell’attrezzatura.
In generale, per chi si allena regolarmente, pensare di sostituire il boccaglio ogni uno o due anni, anche in assenza di difetti evidenti, è una scelta ragionevole. Un ricambio periodico programmato garantisce comfort, igiene e compatibilità con le migliori pratiche di manutenzione.