Le prime pareti shoji apparvero durante la dinastia Han(200 a.C.-200d.C.) e sono utilizzate ancora oggi per dividere le varie camere nelle case tradizionali, anche se attualmente in molte case si usano muri in muratura.
Nella tradizionale architettura giapponese lo shoji è un elemento d’arredo che funge da parete divisoria fra i diversi ambienti della casa, consiste in un panello con intelaiatura i legno coperto da carta traslucida che permette il passaggio della luce.
Ovviamente questo tipo di pareti non consentono la privacy perché oltre alla luce permettono il passaggio di qualsiasi rumore e questo è un grande svantaggio rispetto alle classiche pareti in muratura.
A differenza dei fusuma, gli shoji sono costituiti da un unico strato di carta non sono dipinti ma semplicemente divisi in riquadri da delle asticelle di legno che fissano meglio la carta e creano diversi disegni a griglia.
Le pareti shoji generalmente sono rivolte verso l’esterno per separare il giardino dalle stanze.